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Le psicopatologie possono essere definite come quell’insieme di sintomi di natura comportamentale e psicologica che creano alla persona disagi e sofferenze, compromettono la qualità di vita e limitano la libertà individuale.

Le emozioni associate a tali disturbi sono spesso intense, dolorose e pervasive. La persona nonostante diversi tentativi di uscire dal disagio, ha spesso la sensazione di girare a vuoto e di non riuscire a trovare la serenità perduta.

Psicopatologie Adulti

Nel disturbo di ansia generalizzato, la persona sente per la maggior parte del giorno, un ansia e una preoccupazione eccessive riguardo a diversi eventi o attività della propria vita. Come se si trovasse in uno stato di minaccia e allerta costanti.

La persona ha difficoltà nel controllare la preoccupazione, è presente rimuginio. Talvolta si associano attacchi di panico ed essere presenti 3 o più dei seguenti sintomi:

  1. Irrequitezza o sentirsi tesi
  2. Facile affaticabilità
  3. Difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria
  4. Irritabilità
  5. Tensione muscolare
  6. Alterazioni del sonno

La caratteristica essenziale del Disturbo di Panico è la presenza di Attacchi di Panico ricorrenti, inaspettati, seguiti da almeno un mese di preoccupazione persistente di avere un altro attacca di panico.

L’Attacco di Panico corrisponde ad un periodo preciso durante il quale vi è l’insorgenza improvvisa di intensa apprensione, paura, terrore spesso associati con una sensazione di catastrofe imminente. Episodio (singolo o ripetuto nel tempo) in cui nel giro di pochi minuti si presentano con intensità elevata 4 o più dei seguenti sintomi :

  1. Palpitazioni o tachicardia
  2. Sudorazioni
  3. Tremori
  4. Difficoltà di respirazione
  5. Sensazioni di asfisia
  6. Dolore al petto
  7. Nausea o disturbi dell’addome
  8. Sbandamento/svenimento
  9. Sensazione di irrealtà o di distacco da se stessi
  10. Paura di impazzire o di morire
  11. Formicolii
  12. Brividi o vampate

Gli attacchi di panico possono essere:

  1. inaspettati ossia non li si associa ad un fattore specifico;
  2. causati dalla situazione, ossia si scatenano nell’esposizione o nell’attesa di una specifica situazione temuta;
  3. successivi all’esposizione ad una situazione specifica

Paure marcate e persistenti, eccessive ed irragionevoli, provocate dalla presenza o dall’attesa di un oggetto o situazione specifici. L’esposizione allo “stimolo fobico” determina uno stato di ansia che può portare ad un attacco di panico sensibile alla situazione, per questo tende ad essere evitato o sopportato con disagio e ansia

  1. Fobia specifica: animali (ragni, serpenti ecc.), fenomeni naturali (altezza, temporali, acqua), sangue, infezioni, ferite, fobia di situazioni specifiche (aereo, ascensore, luoghi chiusi).
  2. Fobia sociale: E’ la paura marcata e persistente, di una o più situazioni sociali o prestazioni nelle quali la persona è esposta a persone non familiari o al possibile giudizio altrui e teme di agire in modo umiliante e imbarazzante.
  3. Agorafobia/claustrofobia: è un ansia relativa al trovarsi in luoghi o situazioni dalle quali sarebbe difficile o imbarazzante allontanarsi e nelle quali, potrebbe non essere disponibile un aiuto, nel caso di un attacco di panico.

Nell’agorafobia è presente la paura degli spazi aperti come per esempio luoghi affollato o mezzi di trasporto.

Coloro che soffrono di questo disturbo sono stati esposti ad un evento traumatico in cui hanno vissuto o assistito o si sono confrontati, con eventi di morte, minaccia di morte, lesioni o minaccia della propria integrità fisica

L’evento traumatico viene vissuto persistentemente in 1 o più dei seguenti modi:

  1. Ricordi spiacevoli e ricorrenti dell’evento
  2. Sogni spiacevoli e ricorrenti dell’evento
  3. Agire o sentire “come se” l’evento si stesse ripresentando
  4. Disagio intenso di fronte ad aspetti o situazioni che potrebbero ricordare l’evento.

Inoltre devono essere presenti 3 o più dei seguenti fattori:

  1. Sforzi per evitare pensieri, sensazioni associate al trauma
  2. Incapacità nel ricordare qualche aspetto del trauma
  3. Riduzione dell’interesse
  4. Sentimenti di distacco ed estraneità verso l’altro
  5. Ridotta affettività
  6. Diminuzione delle prospettive future.

Infine devono essere presenti 2 o più dei seguenti sintomi:

  1. Difficoltà di addormentamento o risvegli continui
  2. Irritabilità o collera
  3. Difficoltà a concentrarsi
  4. Ipervigilanza
  5. Esagerate risposte di allarme

Questo disturbo è uguale al disturbo post traumatico da stress, solo che i sintomi sono più acuti e la durata è più breve. Il disturbo infatti dura minino 2 giorni massimo 4 settimane.

La persona presenta ossessioni ossia pensieri, immagini o impulsi vissuti come intrusivi e inappropriate che causano ansia o disagio marcati.  Il soggetto ha la sensazione che il contenuto delle ossessioni sia estraneo, non sia sotto il proprio controllo e non sia il tipo di pensiero che si aspetterebbe di avere. Comunque l’individuo è capace di riconoscere che le ossessioni sono il prodotto della sua mente e non vengono imposte dall’esterno.

Il soggetto con ossessioni di solito cerca d’ignorare o sopprimere tali pensieri o impulsi o di neutralizzarli con altri pensieri o azioni (cioè le compulsioni).

Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi (lavarsi le mani, riordinare, controllare) o azioni mentali (es: pregare, contare, ripetere mentalmente delle parole) che la persona mette in atto in risposta alle ossessioni e secondo regole rigidamente applicate, al fine di prevenire o ridurre il disagio che accompagna un ossessione o al fine di prevenire le situazioni temute. Per fare un esempio una persona può essere ossessionata dall’idea di prendersi una grave malattia attraverso il contatto con oggetti e persone, quindi per gestire questa preoccupazioni si lava in maniera compulsiva costantemente le mani.

Una persona che soffre di depressione presenta almeno 5 dei seguenti sintomi:

  1. Umore depresso per gran parte del giorno e quasi ogni giorno
  2. Perdita di interesse e piacere per tutte o quasi tutte le attività quotidiane per la maggior parte del giorno
  3. Perdita o aumento di peso (senza stare a dieta)
  4. Insonnia o eccessivo bisogno di dormire quasi tutto il giorno
  5. Agitazione o rallentamento motorio
  6. Mancanza di energia
  7. Autosvalutazione o sensi di colpa eccessivi e inappropriati
  8. Ridotta capacità di concentrazione, e indecisione
  9. Pensieri di morte ricorrenti con l’idea di suicidio.

Se questi sintomi compaiono a seguito di un lutto non si può parlare di depressione.

I Disturbi dell’Umore comprendono quei disturbi che hanno come caratteristica predominante un’alterazione significativa dell’umore  in senso depressivo e/o maniacale. In particolare si distingue:

  1. Disturbo unipolare, ossia la vera e propria depressione
  2. Disturbo bipolare, dove la persona alterna periodi di depressione periodi manicalicaratterizzati da un umore elevato o irritabile accompagnato da minimo 4 sintomi:
  • Autostima elevata e grandiosa
  • Diminuito bisogno di sonno
  • Loquacità o spinta a parlare continua
  • Sensazione che i pensieri si susseguano velocemente
  • Distraibilità
  • Aumento dell’attività lavorativa, sociale, sessuale ecc.
  • Coinvolgimento eccessivo in attività ludiche dannose (tipo spese eccessive, gioco d’azzardo

Sono caratterizzati da sintomi fisici non giustificati da una patologia medica, non sono intenzionali ossia sono presenti contro la volontà della persona e creano disagio nella vita di chi ne soffre. Nei disturbi somatoformi non c’è una condizione medica generale diagnosticabile a cui possano essere attribuibili i sintomi fisici.

Si distinguono in:

  1. Disturbi di somatizzazione, la persona riferisce una storia di lamentele fisiche, iniziata prima dei 30 anni, che porta alla continua ricerca di un trattamento medico. Devono essere presenti tutti i seguenti sintomi:
  • 4 sintomi dolorosi (mal di testa, dolori articolari ecc.)
  • 2 sintomi gastro-intestinali (nausea, meteorismo, diarrea ecc.)
  • 1 sintomo sessuale (disfunzione erettile, problemi eiaculatori, cicli irregolari ecc.)
  • 1 sintomo pseudo-neurologico (paralisi, afonia, amnesia ecc.)
  1. Disturbo da conversione, la persona lamenta 1 o più sintomi riguardanti le funzioni motorie (paralisi arto) o sensitive (cecità, sordità). Spesso è presente un conflitto o un fattore stressante associato a tali sintomi.
  2. Disturbo algico, la persona lamenta dolore in 1 o più zone del corpo, il dolore crea malessere, compromette la quotidianità e spesso è presente un conflitto o un fattore stressante associato a tali sintomi.
  3. Ipocondria, la persona vive una preoccupazione legata alla paura o convinzione di avere una grave malattia, interpretando in maniera sbagliata alcuni disturbi fisici che vive. Inoltre la preoccupazione persiste nonostante la rassicurazione medica, tale preoccupazione crea disagio e compromissione della quotidianità.
  4. Dismorfismo corporeo, la persona vive la eccessiva preoccupazione per un presunto difetto fisico (naso, pene ecc.), oppure se è presente una piccola anomalia, la persona ne da un importanza eccessiva. Inoltre tale preoccupazione crea disagio e compromissione della quotidianità.

I disturbi alimentare si distinguono in:

  1. Anoressia nervosa consiste nel rifiuto mantenere il proprio peso al minimo normale per età e statura. La persona vive una forte paura di acquistare peso o di diventare grassa, anche quando si è sottopeso. Inoltre, ha un alterata percezione dello schema corporeo che influenza i livelli di autostima (non si vede mai abbastanza magra e quindi degna di valore) o comunque si rifiuta di ammettere la gravità della condizione di sottopeso.

La persona anoressica attua dei comportamenti volti a prevenire l’aumento del peso tramite vomito, lassativi e/o esercizio fisico, digiuno.

Nelle femmine tali disturbo è associato con l’assenza di ciclo mestruale per almeno 3 cicli consecutivi.

  1. Bulimia nervosa consiste in ricorrenti abbuffate ossia la persona mangia quantità di cibo elevate in un breve periodo di tempo e vive la sensazione di perdere il controllo sulla propria volontà durante queste abbuffate.

La persona bulimica, come nell’anoressia, attua dei comportamenti volti a prevenire l’aumento del peso tramite vomito, lassativi e/o esercizio fisico, digiuno; ma a differenza di essa riesce a mantenere il proprio peso al minimo o al di sopra della normalità per età e statura. I livelli di autostima sono influenzati dalla forma e dal peso.

  1. Disturbo da alimentazione incontrollata (Binge Eating) consiste in ricorrenti abbuffate ossia la persona mangia in un definito periodo di tempo (es. due ore) una quantità di cibo maggiore di quello che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso tempo ed in circostanze simili. Inoltre vive la sensazione di perdere il controllo durante l’episodio.

Gli episodi di abbuffate sono associati a 3 o più delle seguenti caratteristiche:

  1. mangiare molto più velocemente del solito
  2. mangiare fino a quanto non ci si sente spiacevolmente pieni
  3. mangiare grandi quantità di cibo senza essere affamati
  4. mangiare in solitudine per l’imbarazzo della quantità di cibo ingerito
  5. al termine dell’abbuffata sentirsi disgustati di se stessi, depressi o molto colpevoli.

Le abbuffate non si associano regolarmente a condotte di eliminazione inappropriate (per es.: uso inappropriato di lassativi, digiuno, attività fisica eccessiva).

Un Disturbo di personalità rappresenta un modello di esperienza interiore e di comportamento che devia marcatamente rispetto alle aspettative della cultura dell’individuo, è pervasivo ed inflessibile, esordisce nell’adolescenza o nella prima età adulta, è stabile nel tempo e determina disagio e menomazione.

I disturbi di personalità si dividono in tre gruppi:

Gruppo A Disturbo di personalità Paranoide, Schizoide e Schizotipico

Gruppo B Disturbo di personalità Antisociale, Borderline, Istrionico, Narcisistico

Gruppo C Disturbo di personalità Evitante, Dipendente, Ossessivo-Compulsivo